"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

martedì 22 aprile 2008

Notturno indiano di Antonio Tabucchi

Trama: si tratta di un resoconto di viaggio, narrato in prima persona.
Il Narratore percorre l'India alla ricerca del suo amico Xavier.
Attraverso varie tappe, si sviluppano gli incontri più disparati: a Bombay, con la prostituta Vimala Sar, con il medico dell'ospedale e con un devoto Jainista in attesa del treno; a Madras, con una certa Margaret e con il direttore della Theosophical Society; sulla strada per Mangalore, con un mostruoso Arhant e suo fratello; a Goa con il fantasma del vicerè delle Indie, con padre Pimentel, con il postino Tommy, con degli impiegati d'albergo ed infine, con la fotografa Christine.

Citazione: "Chi ha voluto cercare non vuol più trovare". "Chi ha voluto essere cercato, non vuol più farsi trovare".

Il Confronto:
"E' la ricerca di se stesso."
"E' un po' intellettualistico. L'India fa da scenario: il vero viaggio è quello del protagonista all'interno di se stesso. Il libro e' ben rappresentato dalla metafora della fotografia, che compare nelle ultime pagine: il senso è che non bisogna guardare la cosa in se, ciò che viene immortalato dall'obiettivo fotografico, ma il tutto, ciò che va oltre, che la fotografia proprio perchè istantanea non coglie."
"Il protagonista alla fine si è trovato, ma non si è piaciuto."
"E' scritto molto bene, ma non si sa chi siano i personaggi perchè non approfondisce nulla."
"Scritto benissimo. L'autore però pensa che chi lo legge capisca subito, ma così non è. E costringe il lettore a dare proprie interpretazioni. E' intellettualistico e un pò presuntuoso. E' vero che è la ricerca di se stesso, ma non si impegna molto in questo intento. La ricerca non necessariamente deve indurre la persona ad andare altrove, lo può fare anche dov'è. "
"Scritto bene, ma un po' superficiale. Molto meglio "Siddharta di Hermann Hesse."
"Non ha la stessa pretesa: Siddharta è un viaggio spirituale".
"E' un libro godibile, non lo trovo intellettualistico. L'autore volutamente non approfondisce, perchè intende dare degli assaggi, anche della stessa India. Alla fine il protagonista si ritrova, proprio perchè si vede nell'altro, nel suo doppio, e si piace."
"Letto con piacere e curiosità. Il luogo della ricerca è volutamente l'India, paese contraddittorio, che ricalca le contraddizioni stesse del protagonista. Alla fine il mistero che ripercorre tutto il romanzo, la ricerca dell'amico, si dipana: egli capisce qualcosa di se stesso. La ricerca probabilmente è scaturita da un momento di crisi."
"C'è un po' di tutto. E' bello perchè è tratteggiato."
"Il senso profondo del libro è che tutto è plurale, tutto è doppio. La storia di quest'uomo è l'essenza, il tutto, ciò che l' istante immortalato non coglie."
Film: Notturno Indiano (Nocturne Indien) Cast Clementine Celarie', Otto Tausig, T.p. Jain, Ratna Bhooshan, Dipti Dave, Vijay Kashyap, Tinku Parma, Radha Bai Regia Alain Corneau Sceneggiatura Alain Corneau, Louis Gardel Data di uscita 1989 Genere Drammatico
Libri citati: Siddharta di Hermann Hesse - Edizioni Adelphi

martedì 8 aprile 2008

Sulla strada di Jack Kerouac















Trama: On the road è la storia di un viaggio ma, in realtà, è la storia di un incontro con una persona molto affascinante: Dean M.
I personaggi del libro sono realmente esistiti, Dean si chiamava Neil Cassady, una specie di talento che non si espresse in niente, poteva diventare un bravo poeta però era essenzialmente un maestro dell'arte della vita, un grande conquistatore di donne che assomiglia un po' a James Dean.
E' una persona che irrompe nel piccolo ambiente di New York legato alla Columbia University dove fa amicizia con giovanissimi e ancora sconosciuti scrittori: J. Kerouac, A. Ginsberg e W. Burroughs.
Sal (Kerouac) il protagonista, vive ancora con la zia nel New Jersey e viene contagiato dalla voglia di Dean di mettersi sulla strada verso l'Ovest e lo raggiunge a Denver.
Il romanzo si svolge negli anni cinquanta e narra di questo gruppo di amici inquieti, che credono nella vita ma respingono i sistemi morali e sociali precostituiti e vogliono scoprirne da soli dei nuovi.
Sono ragazzi privi di interessi politici, attività sociali, amorali, irresponsabili e criminali che hanno tutti avuto esperienze dolorose nella loro infanzia.
Della droga e dell'alcool si servono nell'illusione di poter trovare, attraverso un'esaltazione momentanea, "il perchè di tutte le cose".
A fatica si riesce ad immaginare il senso e la direzione di questo viaggio, il pendolo è fra l'Est e l'Ovest degli USA, da New York a San Francisco e viceversa, con un senso artistico per la geometria e la geografia.
Vivono come vagabondi, si ubriacano, passano da una macchina all'altra, sfogano la loro energia, la loro rabbia, la loro avidità di vita schiacciando l'acceleratore e sfidando la morte imbottiti di benzedrina.
"Tutti eravamo felici, stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze, compiendo la nostra unica, nobile funzione del tempo "ANDARE"
Andare dove? Perchè? Non si sa.
Filtra una certa inutilità, un'idea astratta di viaggio.
Questa corsa affannosa sembra una fuga dalla realtà ma, forse, ne è la ricerca.
E' il movimento letterario della beat generation.

http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=222

Citazioni: "Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati."
"Dove andiamo?"
"Non lo so, ma dobbiamo andare"
Il Confronto:
" Mi è piaciuto molto"
"Modo di scrivere molto musicale"
"Mi ha aiutato a capire i giovani"
"La ricerca è importante"
"Ho subito il fascino della trasgressione"
"Originalità di un movimento che non si rifà a nessun mito e a nessuna moda.
"Non mi è piaciuto, il libro è un motivo di disagio, troppi personaggi."
"Contestatori che si ribellano, non accettano i sistemi morali e sociali, ma non ne propongono altri in alternativa"
Film: Diari della motocicletta Regia di di Walter Salles , anno 2004, con Gael García Bernal, Rodrigo de la Serna, Mía Maestro, Susana Lanteri. Prodotto in Germania, Gran Bretagna, USA. Durata: 126 minuti.
Libri citati: Latino-americana di Ernesto Che Guevara (editore Feltrinelli)
Lo zaen e l'arte della manutenzione della bicicletta di Robert M. Pirsig (editore Adelphi)