"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

martedì 11 settembre 2012

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di J. Jonasson

Trama: Allan Karlsson compie cento anni e per l'occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità. Allan, però, è di un'altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell'unico luogo dove la megera direttrice dell'istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell'attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l'attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all'ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l'allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l'arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.


Citazione: "Quando pensi di non avere tanto tempo puoi permetterti certe libertà"
Breve relazione di Marco                                     
 Arrivare a cento anni (anche se in segreto) è il desiderio di molti, ma la vita moderna, stressante e piena di affanni, concede questo dono soltanto a pochi eletti. Alan è uno di questi: personaggio singolare e stravagante, che ha vissuto una vita avvincente e unica, ricca di vicende incredibili (sono credibili solo nella realtà del romanzo). Fin da ragazzo è indifferente alle cose circostanti e agli eventi umani che un giorno lo coinvolgeranno nelle mirabolanti avventure della vita.
Noi lo conosciamo a partire dal suo centesimo compleanno, quando progetta una fuga dalla terribile infermiera Alice e dalla prigionia del ricovero, per ritrovare la forza e la vitalità del suo mondo fatto di imprevisti.
L’arzillo vecchietto ha avuto la possibilità di conoscere e di stringere legami con i grandi personaggi che governano il mondo, ritrovandosi immischiato nelle più pericolose avventure, trasformandosi talvolta in un divertente agente segreto. Come spesso accade nei romanzi, riesce sempre a superare mille traversie e a uscire incolume dalle più pericolose situazioni, continuando imperterrito il suo interminabile viaggio.
Per alcuni versi può sembrare un personaggio strano, ma, privandolo di tutte le sue movimentate peripezie,si ridurrebbe a essere un comune abitante di un piccolo paesino della Svezia.
Pur non interessandosi di politica e della guerra che dilaga in molti paesi, diventa inconsapevolmente partecipe degli eventi, dando a ogni cosa una svolta diversa e imprevista.
Non si affeziona alla persone, prova indifferenza per le donne, non ha una casa o parenti che lo costringano a fermarsi in un posto: la sua vita è un viaggio continuo, in cui l’unica assillante preoccupazione è di riuscire a rimediare un lauto pasto accompagnato da un buon vino.
Soltanto nel finale si intravede la nascita di quel sentimento meraviglioso che mai conobbe in cento anni: l’amore. Un lieto fine che si accorda con il romantico finale del film.
Anche se tutti i personaggi sono piacevoli, Alan spicca per il suo modo di fare distaccato, ironico e pieno di vita, accompagnandoci con fantasia nella storia del nostro passato,conferendo al romanzo un andamento piacevole e scorrevole.

 Il confronto
 M: È un libro molto divertente. Il personaggio principale, Allan, è spiritoso e simpatico. All’inizio  ha cento anni, ma nel corso della vicenda sembra non avere età.
I poliziotti sono incompetenti e inefficienti, si affannano, più che alla risoluzione del caso, a salvaguardare la propria immagine pubblica. La vicenda è avventurosa e intrigante.

M: È un libro immemorabile. Mi ha irritato il fatto che abbia avuto grande successo e sia considerato un Best Seller.
Qual è il messaggio che trasmette ai lettori? Bere in gruppo? Allan è simile a Forrest Gump (potrebbe essere anche paperino). Non apprezzo i personaggi che non hanno collegamento con la realtà.

P: Non sono riuscita a finire questo libro perché non ha saputo coinvolgermi.
Non avendolo letto integralmente non posso esprimere un giudizio completo. Il messaggio principale, secondo me, è che nella vita finché puoi saltare da una finestra (che in questo caso rappresenta la prigionia del ricovero, ma che può simboleggiare gli ostacoli che quotidianamente incontriamo), c’è sempre una speranza.
Nella vecchiaia il problema più grande è la salute, senza la qualel’uomo perde la propria autonomia, è costretto a dipendere dagli altri, divenendo un soggetto limitato e limitante. Mi ha fatto riflettere la notizia che un uomo di 101 anni si è suicidato a Milano perché non riusciva a praticare attività sportiva. A differenza di Allan non è riuscito a trovare la forza e la speranza per continuare a vivere.
Mi ha ricordato il libro Una  banda di idioti.

M: La lettura è stata molto faticosa e lenta, perché il libro non è riuscito a coinvolgermi e a emozionarmi.
Mi è piaciuta l’alternanza di capitoli che spaziano dall’immediato presente alla giovinezza di Allan. Più proseguiamo nella vicenda, più il protagonista acquista spessore e profondità, dandoci la possibilità di comprenderela grande carica che continua a possedere anche da vecchio.
Sin dalla giovinezza, infatti,è sprezzante del pericolo, riesce sempre a farla franca e a uscire indenne  da  situazioni  paradossali grazie al suo straordinario ottimismo e alla sua audacia.
Si può intravedere  una  riflessione sulla vita nelle case di riposo, dove spesso gli anziani sono costretti a vivere. Anche quando tutto sembra perduto, quando sembrano non esserci aspettative di un futuro migliore, si possono trovare inattese vie di uscita. Lancia, quindi, un messaggio di speranza a coloro che ne sono privi: anche a cento anni è possibile rifarsi una vita, trovando addirittura l’amore.
Il finale aperto sembra prospettare per questo simpatico vecchio una vita lunga, forse eterna.
Mi ha molto divertitola presentazione di una giustizia incompetente, preoccupata soltanto di salvaguardare la propria immagine. Emerge, quindi, una completa assenza di fiducia nel sistema.

G:Mi ha divertito, anche se non è il genere di lettura che prediligo: si adatta all’estate. Mi hanno fatto molto sorridere le incredibili avventure di Allan. Se ne facessero un film, credo che non lo andrei a vedere.

M: È un libro molto divertente. La parte che ho apprezzato di più è quella iniziale, che sembra essere la più realistica.

E: Secondo me questo libro è abbastanza piatto. Interessante, però, l’alternanza tra presente e passato che permette di comprendere pienamente il protagonista e il suo temperamento. Attraversare i cento anni di vita di Allan, contornati da una vasta rassegna di vicende storiche, miè servito come ripasso del nostro passato. È incredibile pensare che, nonostante l’età avanzata, Allan continui a immaginare un futuro senza limiti.
Non ho trovato questo libro umoristico, né ho provato simpatia per il protagonista.

C: Questo libro non andava preso sul serio. Allan non è un personaggio positivo, non ha interessi politici, non esprime mai il proprio interesse per le cose, resta in superficie senza approfondire nulla. L’unica cosa che gli importa realmente è bere acquavite.  Un valore però lo riconosce e lo rispetta sempre: l’amicizia.


( da  La recensione di IBS)
Le pagine dei romanzi e gli schermi cinematografici sono pieni di arzilli vecchietti birichini e imprevedibili. A volte addirittura veri delinquenti, ma quasi sempre raccontati con una vena d'umorismo che ce li rende inevitabilmente simpatici.

Capelli bianchi, schiena incurvata, artrosi, un inizio di demenza senile... tutti elementi che indurrebbero a pensare a un saggio e sedentario uomo (o donna) d'età, al più portato a ripetere sempre i medesimi racconti della gioventù e predisposto a perdere la via di casa. Già, ma non è tutto oro ciò che candidamente riluce.

E non sono tutti "domabili" i teneri vecchietti.

Ne sa qualcosa Alice Englund, la burbera direttrice della casa di riposo in cui soggiorna Allan Karlsson, centenario d'assalto che il giorno del suo compleanno, a pochi minuti dall'inizio dei festeggiamenti, prende la fuga scavalcando il davanzale della sua finestra e arrivando sino alla fermata degli autobus. E non solo. L'occasione fa l'uomo ladro e Allan, prima di salire sul primo autobus in partenza, riesce anche a portarsi via la valigia di un giovane che l'affida a lui per andare alla toilette, certo dell'onestà di un anziano così anziano... Il giovane non è un samaritano ma un membro dell'organizzazione criminale Never Again ("il Real Madrid del crimine") e il vecchio non è esattamente onesto.

Così, trascinandosi dietro la pesante valigia, Allan - che scopriremo aver avuto una vita avventurosa e piena di attività di successo e incontri importanti alla Forrest Gump - prende al volo il primo autobus, per scendere alla stazione per la quale i pochi soldi che si trova in tasca gli consentono di pagare il biglietto. Lì conosce Julius Jonsson, un settantenne solo e male in arnese, che gli offre un ricovero per la notte. Con lui scoprirà il contenuto della valigia e a casa sua arriverà anche il giovanotto che la rivuole assolutamente indietro.

Ma saranno più pericolosi il giovane delinquente o gli innocenti vecchietti?

Da coppia a scalcagnata combriccola il passo è breve e i nostri anziani si troveranno in compagnia di altri personaggi, altrettanto folli.

Un romanzo molto nordico (in alcuni passaggi ricorda la scrittura di autori come Arto Paasilinna - citato nella storia -, Mikael Niemi o Kari Hotakainen) ricco di umorismo e divertimento.

La vita è un'avventura incredibile, piena di incontri strani, importanti e di fatalità.

Così è e sarà per sempre.

Per tutto il tempo in cui la si vive, anche per cent'anni.

A cura di Wuz.it